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Il laboratorio è una metodologia didattica innovativa che facilita la personalizzazione del processo di insegnamento/apprendimento: è il luogo nel quale gli studenti mettono in pratica quanto hanno appreso a livello teorico, passando dal “sapere” al “saper fare”. Tutte le discipline possono usufruire di momenti laboratoriali, in quanto tutte le aule possono diventare potenzialmente dei laboratori. La didattica laboratoriale permette agli studenti di essere protagonisti, coinvolti da un punto di vista fisico ed emotivo nella relazione diretta e gratificante con i compagni e con il docente, superando l’atteggiamento di passività e di estraneità che spesso si riscontra durante le lezioni frontali. 

Questo tipo di didattica si realizza in ambiente attrezzato e coinvolge di solito un piccolo gruppo di studenti; esso è inteso non solo come uno spazio fisico attrezzato in maniera specifica ai fini di una determinata attività, ma anche e soprattutto come situazione, in cui studenti e docenti progettano , sperimentano, ricercano e scoprono. 

Il laboratorio è uno spazio di: comunicazione (con linguaggi verbale e non verbale), personalizzazione (sviluppo di autosufficienza, autostima, autonomia professionale ed emotiva), esplorazione e socializzazione (cooperazione attraverso momenti interattivi).

Il docente/Tutor ha un ruolo chiave nell’organizzazione della “formazione simulata”, in quanto dovrà: 

  • scegliere il tipo di simulazione più adeguata ed integrarla con altre metodologie e strumenti didattici;
  • guidare gli studenti sfruttando i loro punti di forza , riconoscendo del frattempo i punti di debolezza;
  • realizzare contesti efficaci dal punto di vista della relazione, dei luoghi, degli strumenti e dei materiali usati per lo sviluppo di processi formativi che dovrebbero avere come esito finale l’acquisizione di abilità tecniche, pratiche e relazionali; 
  • far acquisire allo studente competenze mirate all’autonomia e consapevolezza nella realtà clinica.

Il Corso di Laurea si avvale dell'innovativo Centro di Formazione avanzata e Simulazione Medica (FASiM) della Facoltà di Medicina e Chirurgia.

Il Centro di Formazione Avanzata e Simulazione Medica FASiM consente di adottare metodologie formative attive e centrate sullo studente. E’ possibile ricreare scenari clinici realistici, affrontare le emergenze e lavorare a gruppi interdisciplinari ed interprofessionali

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Role playing

Il role playing consiste nella simulazione in un ambiente protetto dei comportamenti e degli atteggiamenti adottati generalmente nella vita reale. Gli studenti mettono in atto una rappresentazione scenica di vari scenari assegnati dal docente, assumendo ruoli come pensano che si comporterebbero realmente nella vita di tutti i giorni; questa tecnica ha l’obiettivo di far comprendere in profondità ciò che il ruolo richiede. Il role playing analizza i comportamenti degli individui nelle relazioni interpersonali in precise situazioni operative per scoprire come le persone possono reagire in tali circostanze. Il docente è tenuto a rispettare gli studenti nelle loro scelte e reazioni senza giudicare.

Problem Based Learning (PBL)

Il PBL è un "processo attraverso il quale lo studente riesce ad apprendere grazie ad un caso somministrato dal tutor d'aula". Il caso definisce una situazione all'interno della quale gli studenti si trovano ad interagire e rappresenta uno stimolo per l'apprendimento.

Nel PBL lo studente è al centro dell'apprendimento, scopre contenuti significativi, in modo attivo, stimolante.

VANTAGGI DEL PBL

  • Metodo innovativo: centralità dello studente.
  • Assenza di un insegnamento focalizzato sull'insegnante (l'insegnante non è più il centro del sapere).
  • Gruppi numerosi (150 studenti) vengono suddivisi in piccoli gruppi per favorire l'interazione e l'apprendimento.
  • Importanza dell'attività degli studenti: sono gli studenti i protagonisti del metodo, mentre il tutor svolge il suo ruolo, in secondo piano, supervisionando e orientando il gruppo, se necessario.
  • Lavoro in team: all'interno del piccolo gruppo (gruppo tutoriale), lo studente può esprimersi, socializzare e comunicare, senza essere giudicato negativamente dal tutor e dal gruppo.
  • Lo studente impara ad imparare, ovvero acquisisce abilità di metodo, abilità per risolvere i problemi.
  • Lo studente non studia perché deve, ma perché riconosce l'importanza dell'apprendimento ed è motivato ad apprendere.
  • Favorisce l'integrazione tra la teoria e la pratica, attraverso l'utilizzo di situazioni reali.
  • Promuove l'autoapprendimento, l'autovalutazione, le capacità di leadership.

IL GRUPPO TUTORIALE E L'AULA

GRUPPO: composto da 8-10 studenti circa, ma anche da 10-12 studenti, se necessario; 1 tutor d'aula o facilitatore o guida (esperto del metodo) o 1 docente titolare di modulo didattico (esperto del contenuto).

AULA: piccola, silenziosa, munita di lavagna con fogli mobili e pennarelli (o lavagna con gessi), al centro un tavolo, con sedie disposte intorno.

LA METODOLOGIA DEI 7/10 SALTI O STEPS

• L'apprendimento si sviluppa attraverso un percorso logico, che si realizza con una successione di 7/10 step affrontati con flessibilità.

• I primi 5 step sono affrontati durante un incontro di apertura del caso.

• Lo step n. 6 è rappresentato dallo studio autogestito.

• I rimanenti step si realizzano durante un incontro conclusivo, dopo circa una settimana dall'apertura del caso.

Steps

  1. CHIARIRE IL TESTO DEL CASO: Gli studenti devono comprendere i contenuti del testo, è necessario spiegare i termini ed i concetti di dubbio significato.
  2. DEFINIRE IL PROBLEMA: Il gruppo deve condividere il tema da affrontare e la tipologia dell'incarico (spiegazione, discussione, studio, elaborazione di una strategia e applicazione pratica della strategia).
  3. ANALIZZARE IL PROBLEMA: Mediante il "brainstorming" lo studente attiva o riattiva le conoscenze in precedenza acquisite da altre fonti o dall'esperienza (background culturale) ed espone al gruppo ciò che pensa di quell'argomento. Gli studenti si confrontano senza confutare le idee altrui.
  4. RIORGANIZZARE IL PROBLEMA DOPO LA DISCUSSIONE: Si esegue una classificazione ed organizzazione delle idee emerse durante il "brainstorming" per evitare confusione.
  5. FORMULARE GLI OBIETTIVI DI STUDIO.
  6. EFFETTUARE LO STUDIO INDIVIDUALE: Lo studente ricerca, individualmente, le informazioni necessarie per raggiungere gli obiettivi di studio, guidato dalla bibliografia scelta dal docente: studia su testi, va alla ricerca di altra bibliografia, consulta il dizionario, fa ricerca su internet, ecc.
  7. DISCUTERE DEI RISULTATI: In questa fase gli studenti si scambiano le conoscenze acquisite durante lo studio autogestito. La discussione ha lo scopo di chiarire i contenuti, porli in relazione con le conoscenze già acquisite e consolidare l'apprendimento.
  8. VALUTARE LA COMPLETEZZA DELL'ANALISI: Se il tema non è stato approfondito sufficientemente possono emergere nuovi OBV di studio.
  9. VALUTARE IL LAVORO DI SQUADRA: Il gruppo valuta il gruppo relativamente al metodo, ai contenuti, alle difficoltà incontrate.
  10. EFFETTUARE L'AUTOVALUTAZIONE: L'autovalutazione deve essere una critica costruttiva per tutti.